Cibo e stile di vita: sappiamo tutto ma non lo applichiamo.

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Ritengo che sia molto diverso  ciò che  serve all’organismo, e quello che il cibo rappresenta psicologicamente e socialmente.  

Per le necessità dell’organismo, sarebbero  appropriati cibi semplici e sani atti a far funzionare, al meglio , la “ macchina corpo”.

Come è stato evidenziato più volte nei miei articoli, l’uomo è l’insieme di aspetti culturali, sociali , emotivi.  Il cibo diventa  il più facile modo per colmare, giustificare, appagare i suoi bisogni emotivi.

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La fame emotiva, rimane ancora oggetto di studio e sono state tracciate indicazioni e conclusioni di carattere generale.

Il suo manifestarsi è mutevole in base a diversi fattori Questi possono essere genetici, epigenetici e preferenze soggettive. Non va scordato inoltre che anche il momento che l’individuo sta vivendo e le sue esperienze di vita sono variabili.

Faccio un passo indietro tornando al momento in cui l’uomo si è evoluto. Il cibo era sopravvivenza: proveniva dalla caccia e comunque dalla sopraffazione di altre forme di vita.

caccia

Ancora  nel nostro patrimonio genetico sono rimaste tracce di quest’evoluzione e di questi retaggi ancestrali.

L’uomo nel tempo, dopo aver trovato soluzione ai bisogni primari, ha sviluppato una parte emotiva sociale e culturale nella quale si inserisce la valenza del cibo.

Al giorno d’oggi il cibo è divenuto il rifugio, lo sfogo e il modo per riempire i vuoti affettivi.

Viene usato per superare la sensazione di inadeguatezza, di solitudine e di incapacità di relazionarsi con gli altri. Sembra un paradosso affermare questo in una società globalizzata sempre “connessa”.

In pratica, il cibo, vista la facilità di procurarsene e l’abbondanza di cui se ne dispone, è divenuto il mezzo con cui si crede di poter sopperire  a queste mancanze.

Il tranello è che così facendo non ci si impegna troppo, e non si hanno “effetti collaterali” apparenti. Si sostituiscono in questo modo le mancanze di interessi verso altri ambiti e verso i problemi non risolti riguardanti l’affettività.

cultura-del-ciboNella nostra società si sta cercando di creare  sempre più una “cultura del cibo”, rendendolo uno status symbol, costruendone un mito con un giro d’affari immenso.

L’essere umano ha bisogno di avere una qualità di vita non solo legata al soddisfacimento veloce e facile dei suoi problemi materiali. Ha necessità di imparare a superarli con impegno e sacrificio.

Nei tempi remoti , non c’era abbondanza ne certezza di cibo. In quel contesto  non c’era  bisogno di fare attività fisica perché la vita quotidiana era molto diversa.  Oggi per noi occidentali le cose sono cambiate.

Purtroppo la cultura dell’approssimazione e del consumismo, sta modificando la nostra esistenza.

Il proporre un modello di vita stereotipata, il comunicare via web permette alle persone di nascondersi. computerDietro lo schermo di un computer  ci si maschera inventando quello che si vorrebbe essere.  Ciò ha creato  per molti una superficialità incredibile che si sfoga nell’incapacità di relazionarsi con situazioni e persone reali in modo soddisfacente.

Tutti noi siamo il business di interessi enormi gestiti dalla pubblicità e dai media.

Infatti prima ci invogliano a mangiare ogni genere di alimento, cibo-malsano(possibilmente poco sano e poco naturale), poi ci spiegano per ore ed ore cosa ci fa male del cibo che ingeriamo. Ma non è finita qui.

integratoriCi consigliano integratori, pillole magiche che risolveranno tutti i nostri problemi senza alcun impegno o fatica. Quindi  alimentano l’industria dell’immagine con la proposizione di diete uguali per tutti e attività fisica malintesa. Infatti l’unico fine dell’attività fisica e delle diete dovrebbe essere quello di assomigliare a questa o a quella attrice o modella.fisico-da-modelle

Tutto questo ovviamente senza curarsi minimamente dei danni che questo martellante stile di vita provoca a molti. Tutti noi ormai sappiamo cosa fa bene o cosa fa male nell’alimentazione, cosa sarebbe giusto fare per vivere in modo sano.

 Ma per molti questi condizionamenti hanno creato cieca passività. Si fanno diete standard destinate a fallire oppure ci si consola abbuffandoci. In pratica ci limitiamo a risolvere ogni nostro problema, ripiegando nel soddisfacimento facile e rapido dei nostri vuoti.abboffiamoci

Quali sono poi gli effetti ? Infelicità che si aggiunge a malattia, ad obesità a frustrazione e a senso di colpa.

Ecco perché è molto importante a mio parere, l’approccio dell’alimentazione psicosomatica.

In tale ottica consapevolezza, impegno, desiderio di cambiamento e riconoscimento dei propri problemi, potrà portare ad un risultato apprezzabile e duraturo.   Il segreto è comprendere che il cibo va inserito in un più ampio concetto di ricerca del benessere.

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