alimentazione psicosomatica

Alimentazione Psicosomatica: nuovo concetto di nutrizione

L’alimentazione psicosomatica ritiene che la nutrizione umana non sia solo un processo biochimico di assimilazione gastroenterica delle sostanze nutritive.

Si ritiene che nutrirsi sia il modo che il cervello usa, per far assimilare il nutrimento attraverso i vari organi preposti.

Questi hanno il compito di assorbire informazioni mentali che hanno anche un corrispettivo valore di “nutrizione” psicologica ed emozionale. Attraverso questi elementi si  elaborano e trasformano le sostanze in energia mentale.

Per il cervello si è aperta la possibilità di modificare la realtà con azioni. L’istinto dell’uomo di sopravvivere è dato dalla paura di non riuscire a trovare cibo. Ciò lo rende aggressivo e competitivo verso l’ambiente che lo circonda.

La paura della mente di provare dolore e vuoto esistenziale, è stata modificata dal cervello con  riflessione e ragionamento. Questo ha permesso di trasformare, attraverso la volontà, le informazioni ricevute.

Si  genera così la possibilità di avere prospettive di vita diverse e con esse trovare la salute, il benessere e la felicità. L’alimentazione psicosomatica distingue gli elementi dell’alimentazione umana in: biochimica, emotivo -affettiva e cognitivo- culturale

Vari tipi di alimentazione

L’alimentazione biochimica  considera solo gli effetti biochimici del corpo in relazione agli alimenti introdotti. Tale aspetto è di competenza medica.

Per il medico la dieta deve essere prescrittiva volta curare i disturbi, oppure preventiva, ma è importante che agisca con rapidità.

In alimentazione psicosomatica si parte comunque da un fattore biochimico ma non per prescrivere o curare una patologia.

Si  agisce in direzione della salute che va perseguita anche attraverso una sana alimentazione.

L’ alimentazione emotivo-affettiva è quel bisogno che l’essere umano ha che va oltre il puro nutrimento biochimico Esso rappresenta il bisogno primario di sentirsi amati, accuditi desiderati.

Per quel che riguarda l’alimentazione cognitivo- culturale dobbiamo prendere in considerazione la visione psicobiologica in ambito alimentare.

Essa comprende anche l’introduzione nella mente di tutti gli stimoli cognitivi che ci arrivano dall’ambiente. Questo avviene attraverso la loro percezione sensoriale con conseguente elaborazione psichica.

Si può considerare da una parte il rapporto tra cibo e apparato gastroenterico e dall’altro quello tra informazione e sistema nervoso. Il sistema nervoso si alimenta attraverso stimoli provenienti dall’esterno.

L’acquisizione di dati nozioni informazioni concetti idee che un individuo riceve nel corso dell’esistenza permette  nutrimento  plastico, strutturale.

Ogni stimolo comporta un’interazione all’interno del cervello creando nuove sinapsi e lasciandone morire altre.

Di fatto l’alimentazione biochimica e quella affettiva soddisfano i bisogni primitivi che vanno ridimensionati e non enfatizzati.

Finalità del programma

Un programma dietetico psicosomatico ha la finalità di sviluppare una nutrizione non egoistica infantile nella quale si cerca solo il soddisfacimento dei propri bisogni affettivi e nutrizionali.

Si cerca di promuovere una visione della vita dell’uomo moderno non come  isolato ma  parte dell’ambiente e dell’umanità intera. Per questo motivo il bisogno fondamentale da soddisfare è la conoscenza  che è lo strumento migliore per rendere diversa la nostra condizione di vita.

Un’alimentazione squilibrata, confusa e mal gestita a mio parere va inserita nel soddisfacimento bisogni distruttivi dell’individuo. In questi bisogni si collocano tutti quei comportamenti che vanno a colmare dei vuoti nella vita dell’individuo.

Essi  producono soddisfazione e benessere momentaneo in modo veloce e apparentemente “senza conseguenze”. In pratica provano  a “riempire” quasi in modo istintivo un vuoto, una sensazione spiacevole, una carenza.

Quindi come un palliativo, riducono il malessere per un tempo limitato lasciando però inalterato il problema cui si è cercato di dare risoluzione.

Questo soddisfacimento lascia dei danni, da un lato alla salute “fisica” e “biologica” dell’individuo, e dall’altro, a quello psicologico.

Si fa crescere il soggetto  senza  la consapevolezza sia dell’entità del vuoto da colmare che della necessità di impegnarsi per riuscire a cambiare per risolvere.

Il consulente in alimentazione psicosomatica deve riuscire a far scattare nel cliente la trasformazione di questi bisogni in costruttivi.

Inviterà la persona a orientarsi verso il soddisfacimento dei bisogni attraverso un’azione costruttiva e consapevole. Imparerà a sopportare una condizione di sofferenza e fatica attraverso l’impegno.

Risultati

Tali sforzi suscitano nell’individuo soddisfazione, autostima e aiutano a comprendere di aver conseguito una condizione nuova.

In pratica di aver raggiunto una maggiore conoscenza di se, delle proprie capacità e dei propri limiti. Questo momento non è temporaneo ma è una nuova strada da seguire per conoscersi meglio e stare bene.

Le necessità che l’individuo ha, nella visione psicobiologica, comprendono anche il soddisfacimento di bisogni mentali, psicologici ed emotivi.

Leggere un libro, fare un esercizio fisico, conoscersi e mettersi alla prova per superare le proprie difficoltà in modo consapevole, sono bisogni che l’uomo, nel corso dell’evoluzione ha sviluppato.

Nei bisogni distruttivi invece, si ha un soddisfacimento immediato, senza alcuna fatica o consapevolezza.