Amore, paura, bisogno di consapevolezza e rispetto di se
Sono triste , ho paura.
Mi sento sopraffatta sbagliata.
Come può essere accaduto questo a me continuo a ripetermi.
Getto via il pensiero e cerco mille giustificazioni.
Nulla regge più di fronte all’evidenza della mia vita fatta di terrore e di sensi di colpa.
Non ho avuto il coraggio di parlare a nessuno della mia situazione: pensavo e speravo di poterne uscire senza dover dare troppe spiegazioni.
Avrei dovuto parlare male di lui.
Avrei dovuto dire che era uno che beveva.
Ho avuto paura di ammettere a me stessa che avevo sbagliato il giudizio e quindi la mia scelta di un simile individuo.
Alla fine, mi dicevo, è una malattia la sua, una depressione , non un vizio.
Ho provato a cercare di parlargli, di proporgli aiuto ma lui mi odiava e minacciava.
Ma l’ho davvero amato?
Da anni me lo chiedo tutti i giorni e la risposta è che ho avuto solo paura di lui. Infinita paura.
Paura di tradire i miei valori cristiani, paura di non essere in grado di sopportare le sue ritorsioni cattive.
La mia anima in fondo in fondo lo sapeva quanto era cattivo e pericoloso.
Nascondeva bene la sua identità: fingeva sempre di essere quel che non era per usarmi.
Volevo lasciarlo prima ancora di sposarmi e l’ho anche fatto.
Lui tornava sempre con una giustificazione.
Faceva la vittima, supplicava e sottilmente minacciava.
Era un manipolatore .
“Nessuno lo conosce come me” ho sempre pensato, “lui ha fatto tutto per me.”
“Ha solo un carattere difficile.”
“Forse è colpa mia che non faccio abbastanza.”
L’ho sempre aiutato, mi sono messa a sua disposizione per tirare fuori il meglio di lui.
Era prepotente arrogante e supponente ma anche un debole, mandava sempre avanti me criticandomi.
Ho annullato me stessa e i miei progetti.
Ho capito adesso che non ero io ad annullare i miei desideri.
Era lui che manipolandomi e usando le mie debolezze , i sensi di colpa faceva si che mi convincessi di aver scelto liberamente.
Da tantissimi anni mi ha scientificamente annientato, mi ha convinto di non avere scampo. Non ho via di fuga.
Sono in gabbia
Anni e anni di violenze psicologiche, di sottili e continui maltrattamenti e umiliazioni.
“Lo faccio per te, perchè ti amo perchè devi migliorare ci tengo a te.” Ripeteva quando mi vedeva piangere disperata.
Alternava momenti d’ira e di offese appena vedeva che io magari provavo a reagire.
” Non vali niente, sei inutile ..non sei ancora morta?
Sei orrenda vecchia, fai schifo: se non muori di tuo ti ammazzo. Ti odio tra noi è finita”.
“Non ribellarti o è peggio per te”
Abbassavo la testa e pregando salivo le scale per rifugiarmi nella mia stanzetta.
E’ ubriaco penso , ormai è sera e come ogni sera è pieno di vino, puzza.
Il suo odore è un misto di alcool sudore, sporco e marcio.
Guardo i suoi occhi sono velati, persi.
Guizzano però di odio e rancore. Mi sento una preda.
Non lo riconosco più: non esiste più è un avatar di se stesso.
Devo capire come fare per aiutarlo oppure trovare il modo di salvarmi.
Mi sono chiesta più volte cosa significhi amare.
Nei troppi anni che ho diviso con l’uomo che credevo tenesse a me mentre tramava alle mie spalle e conduceva una doppia vita, ho imparato cosa non è l’amore.
L’amore non è possesso, falsità, schiavitù, annientamento, paura , sopraffazione, chiusura, uso, prevaricazione .
Credo di aver sognato sempre l’amore come libertà, come gioia di condividere, di apprendere dall’altro.