Recensione – Eco del Vento del Deserto

Secondo romanzo di Carla Armellini, “L’eco del vento del deserto” è un’opera che mescola sensazioni e sentimenti contrastanti, multicolori, legati tutti a un concetto basilare: ciò che non viene risolto nel presente tornerà a tormentarci nel futuro; le paure, il dolore, la morte sono ponti pericolanti da attraversare per affrancarsene del tutto e trovare la serenità.

È sulla base di tutto ciò che si dipana la storia di Sara, un percorso non scontato come può sembrare. Il viaggio in Marocco è solo un punto di partenza che condurrà tutti i personaggi verso il futuro che sceglieranno per loro.

La caratteristica principale dell’opera sono i molti suoni, colori, profumi dei luoghi che l’autrice descrive e che toccano il lettore nei cinque sensi, rendendo la storia molto vivida. Il fascino del Marocco (e, successivamente, del Sudamerica) viene mostrato nel suo aspetto più genuino,legato alla realtà di chi abita luoghi che siamo abituati a percepire quasi solo nella loro dimensione turistica.Questa scelta fa la ricchezza principale de“L’eco del vento del deserto”, una lettura intensa proprio dal punto di vista immaginifico e sensoriale.

I temi toccati sono difficili: la morte, l’amore, la ricerca costante e incessante che caratterizza gli esseri umani, il bisogno quasi atavico di allontanarsi dalla propria vita e dal proprio ambiente per osservarlo dall’esterno, comprendendone meglio le sfumature.

“L’eco del vento del deserto” è quindi consigliato a chi cerca una lettura in un cui sia presente una forte dimensione spirituale intesa nel suo senso più ampio,l’istinto umano alla ricerca di un significato nelle cose, oltre le cose.

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