La scelta di Dio: lontana dalla logica umana

Mi ero chiesta da sempre perché Dio avesse scelto la terra di Israele e il suo popolo come popolo eletto.

Durante il mio pellegrinaggio ho trovato la risposta e mi è stata chiara anche alla luce delle parole di Matteo.

Lo scelse perché era il più piccolo popolo, per questo il Signore l’ha amato.

Israele era un territorio piccolo tra due imperi:  assiro-babilonese e  egiziano. Di fatto era terra di passaggio, di scorreria, non protetta geograficamente.

Dio non sceglie i migliori, ma i peggiori, i più piccoli, i più umili. Dio nelle sue scelte fa saltare tutte le logiche umane.

Gesù gioisce, perché i piccoli accolgono il Vangelo.

Gesù tra i suoi trova chiusura mentale e di cuore.

Il deserto è il contesto di ostilità che Lui ha incontrato, ma nel Deserto fiorisce anche un’oasi di lode, un inno di ringraziamento al Padre.

Ecco nuovamente il deserto che si trasforma in occasione ricca.

Proprio quel primo giorno dopo la Messa nel deserto, la lettura del vangelo di Matteo, andiamo a visitare   la sorgente di Ein Avdat.

Ci inoltriamo in una stretta valle con radi cespugli, camminiamo sul greto di un torrente.

Ad un certo punto si scorgono delle capre selvatiche, non vediamo uccelli e insetti, strano perché la presenza dell’acqua si sente. D’improvviso rimaniamo a bocca aperta: una bella cascatella crea un laghetto fresco. E’ una meraviglia sembra un miracolo!!

Si racconta che qui si rifugiò Agar con il figlio Ismaele, quando Abramo allontanò la schiava.

Don Aldo, l’esperto biblista ci conduce per mano lungo un percorso sensoriale, fornendoci la chiave di lettura.

Il Cuore di Gesù è fonte inesauribile di Sangue e Acqua. Gesù dice: “Io sono l’acqua Viva, chi beve la mia acqua non avrà più sete…”.

Quindi se scegliamo Gesù non avremo più sete.

“En” in ebraico moderno significa fonte, ma anche occhio.

Quando ci specchiamo nell’acqua la prima cosa che vediamo sono gli occhi. L’occhio è lo specchio dell’anima.

Quando guardiamo dritto negli occhi una persona, abbiamo un contatto diretto, abbiamo accesso alla sua interiorità, possiamo attingere alla sua fonte.

Ascoltiamo in silenzio lo scorrere dell’acqua per leggere la nostra vita.  Ci vengono in mente le parole del Salmo 62: “O Dio… di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne come terra deserta, arida, senz’acqua”.

Non solo ci dissetiamo in Dio che è fonte di acqua fresca viva e zampillante, ci fa notare don Aldo, ma anche noi dobbiamo essere fonte d’acqua viva per gli altri!

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