Per quel che riguarda il cibo per me l’ approccio biomedico è utile,solo nei casi di reale patologia.
Negli altri casi ritengo incentivi la de responsabilizzazione della persona rendendola passiva.
In questo modo la si porta a cercare fuori di lei e non dentro la matrice dei propri i problemi.
Siamo noi i responsabili delle nostre azioni in virtù del nostro libero arbitrio.
L’indirizzo biomedico giustifica il risultato del nostro comportamento nel rapporto con il cibo. Infatti si parlerà di fattore genetico, sociale o ambientale arrivando alla medicalizzazione della società.
Si cerca di attribuire la mancanza di controllo del nostro rapporto con cibo come qualcosa che è insito in quell’alimento.
In questo modo si sposta il problema da noi alla biochimica degli alimenti.
Risulta inutile quindi cercare di migliorare se stessi con l’ impegno. Basterà rivolgersi ad un “esperto” che eliminerà quel determinato alimento dalla nostra vita e noi saremo a posto.
Ci verrà proposto un regime alimentare con cibo contrario ai nostri bisogni o gusti.
In questa maniera ci sentiremo deresponsabilizzati rispetto al problema.
Ci convincemo alla fine che la nostra esistenza sia guidata dal cibo, o dai farmaci o dai rimedi “alternativi e dolci” che provengono da altri.
Da “colpevoli” , quindi persone con responsabilità della propria vita, diveniamo “malati” affetti da una malattia, o da una sindrome.
Si parlerà magari di alterazioni metaboliche dovute ad ereditarietà e familiarità o a fattori ancora a noi sconosciuti.
In questo modo si sarà convinti di non essere responsabili di quello che ci accade.
Passivamente, ci siamo abituati a fare le vittime.
Gli altri ci devono capire e compatire i quanto “malati” rendendo la medicina sovrana.
Dal punto di vista del counsuling in alimentazione psicosomatica invece l’approccio è completamente diverso.
Partiamo dal concetto che il cliente ( non paziente!!) sia sano ( cioè non affetto da patologie dimostrabili da esami riconosciuti validi dalla scienza).
Il consulente cercherà, assieme a lui, di capire quali siano le sue abitudini di vita e quali cambiamenti debba apportare.
Non si parla solo del punto di vista alimentare. Si evidenziano tanti aspetti che esulano dalla sola alimentazione perché si prende la vita nel suo complesso.
Non si tratta del mero soddisfacimento dei bisogni primari !
Si considera il risultato dell’evoluzione umana che oggi può spostare i suoi interessi dalla mera sopravvivenza alla cultura, alla musica, alla lettura e a tutti quegli aspetti dell’esistenza umana che la rendono degna di questo nome.