fame emotiva girotondo

Obesità e psicosomatica: il ruolo delle emozioni

Tecniche rieducative

<src=”https://www.carlaarmellini.it/wp-content/uploads/2015/07/340020-donna-obesa-725×483–300×200.jpg” alt=”obesità” width=”300″ height=”200″ />

Sarà  opportuno adottare uno stile di vita non più sedentario, imparare a riconoscere i propri problemi ed usare delle tecniche per risolverli.

Altro aspetto importante è quello di imparare a riconoscere i propri pensieri disfunzionali e discuterli.

Imparare a  riconoscere i piccoli successi ottenuti e premiarsi.

E’ necessario ascoltare i propri bisogni e acquisire la capacità di esprimerli.

Si deve riuscire a fare questo  avendo il controllo dello stimolo fame ascoltando le sensazioni interne.

Fondamentale per questi soggetti è imparare a definire la sensazione di fame.

Devono capire inoltre e saper gestire la sola vista del cibo.

Comprendere che nonostante ci possa essere una grande quantità di cibo a disposizione sarà necessario valutare con esattezza quanto cibo si ha già nello stomaco.

Per aiutare la persona obesa di solito bisognerà tornare alla sua infanzia.

All’inizio  della sua vita il bambino avverte i suoi bisogni in maniera piuttosto confusa e indifferenziata.

Non dispone degli strumenti per avanzare richieste distinte: piange per ogni stato di tensione.

Occorre l’interazione dell’ambiente e le risposte di questo perché possa imparare via via a riconoscere i suoi bisogni e a proporli in maniera idonea a ottenere soddisfazione.

Se le risposte dell’ambiente sono sempre e solo legate al cibo ecco che genereranno confusione nel bambino che non imparerà mai a distinguere uno stato di tensione da un altro e a esprimerlo in maniera differenziata.