Come combattere la fame nervosa? Cause e soluzioni

La fame nervosa è un fenomeno psicologico che si manifesta quando una persona mangia non per soddisfare un reale bisogno fisico, ma per rispondere a emozioni e stress. A differenza della fame fisiologica, che è legata a segnali biologici di necessità nutritiva, la fame nervosa è un modo per gestire ansia, frustrazione, noia, tristezza o altri stati emotivi.

Quando siamo sopraffatti dalle emozioni, il cibo può diventare una sorta di “consolatore”, una via di fuga temporanea che ci offre un sollievo immediato. Questo processo, però, è solo temporaneo: il sollievo che il cibo sembra dare svanisce rapidamente, spesso portando a sensi di colpa o a una continua ricerca di comfort nel cibo.

Per contrastare la fame nervosa è importante imparare a riconoscere le emozioni che la scatenano e sviluppare strategie alternative per gestirle, come la meditazione, l’esercizio fisico, o semplicemente parlare con qualcuno di fiducia. È fondamentale anche imparare a mangiare consapevolmente, focalizzandosi sui segnali reali del corpo e sulla qualità del cibo.

Vediamo di seguito di approfondire questo argomento che interessa sempre più persone di ogni età e di ogni genere.

“Perché quando sono triste mangio?” Le cause dell’emotional eating

Emotional eating è l’atto di mangiare quando siamo tristi e può essere legato a diversi fattori psicologici ed emotivi. La tristezza è un’emozione complessa e difficile da gestire, e spesso il cibo diventa un modo per alleviare temporaneamente quel malessere.

Le ragioni per cui tante persone vengono sopraffatte dall’emotional eating sono diverse tra loro in base all’esperienza personale di ciascuno e al periodo che si sta vivendo.

  • Comfort emotivo
    Alcuni alimenti, soprattutto quelli ricchi di zuccheri, grassi e carboidrati, possono stimolare il rilascio di sostanze chimiche nel cervello, come la serotonina e le endorfine, che ci fanno sentire temporaneamente meglio. Queste sostanze chimiche sono associate a sensazioni di benessere e rilassamento. Mangiare cibi “comfort” può quindi sembrare una via per trovare sollievo dalle emozioni dolorose.
  • Distrazione emotiva
    La tristezza può essere opprimente, e mangiare può diventare un modo per distrarsi dai pensieri e dalle emozioni difficili. Mangiare può fornire una pausa momentanea da un’esperienza emotiva spiacevole, permettendo alla mente di concentrarsi su qualcosa di più immediato.
  • Cicli di condizionamento emotivo
    Nel corso del tempo, alcune persone possono imparare, spesso inconsciamente, ad associare il cibo al sollievo emotivo. Se in passato, in una situazione di tristezza, dopo aver mangiato ci si è sentiti un po’ meglio, il cervello può aver creato un’associazione tra tristezza e cibo. Questo può far sì che, ogni volta che ci si sente tristi, si cerchi istintivamente il cibo come un modo per gestire le emozioni.

Fame emotiva: le ragioni per cui mangiamo quando ci sentiamo tristi

  • Bassa autostima o bisogno di controllo
    Quando ci sentiamo tristi, possiamo anche sentirci impotenti o fuori controllo riguardo alle nostre emozioni o alla nostra vita. Mangiare può essere un comportamento che, pur non risolvendo il problema alla radice, ci fa sentire che possiamo controllare almeno una cosa, come il cibo che scegliamo di mettere nel nostro corpo.
  • Cultura e abitudini
    In alcune culture o famiglie, il cibo è spesso legato a momenti di conforto o di socializzazione. Se sei cresciuto in un ambiente in cui mangiare era una forma di consolazione o un modo per premiare qualcuno che era triste, potrebbe essere diventato un comportamento abituale.

Se ci si trova a mangiare frequentemente per gestire le emozioni, potrebbe essere utile cercare di esplorare delle pratiche di consapevolezza, praticare attività fisica o semplicemente parlare con qualcuno che possa essere un supporto nella gestione del malessere emotivo.

Le “origini della fame”

La fame è un fenomeno che ha radici biologiche, psicologiche e ambientali. In generale, la sensazione di fame si verifica quando il nostro corpo segnala la necessità di cibo per ottenere l’energia e i nutrienti necessari per il suo funzionamento.

Il motivo principale per cui si ha fame è immagazzinare del carburante per svolgere tutte le funzioni vitali.

Gli ormoni giocano un ruolo fondamentale nel regolare il nostro appetito. Quando il corpo ha bisogno di cibo, vengono rilasciati ormoni come la ghrelina e la leptina che stimolano la sensazione di fame.

Anche il glucosio può influenzare questo bisogno; quando i livelli di zucchero nel sangue scendono, il corpo invia segnali al cervello per stimolare il desiderio di ricevere cibo.

La fame nervosa invece è un fenomeno psicologico che si manifesta quando una persona mangia non per soddisfare un reale bisogno fisico, ma per rispondere a emozioni e stress. A differenza della fame fisiologica, che è legata a segnali biologici di necessità nutritiva, la fame nervosa è un modo per gestire ansia, frustrazione, noia, tristezza o altri stati emotivi.

Quando siamo sopraffatti dalle emozioni, il cibo può diventare una sorta di “consolatore”, una via di fuga temporanea che ci offre un sollievo immediato. In particolare, alimenti dolci e ricchi di zuccheri e grassi attivano i centri del piacere nel cervello, creando un piacere momentaneo. Mangiare in modo impulsivo per reagire allo stress può portare a un circolo vizioso, in cui ci si sente meglio nel breve periodo, ma il problema alla radice non viene mai realmente affrontato.

In definitiva, la fame nervosa è un segno che qualcosa dentro di noi sta cercando attenzione. Riconoscere e affrontare le emozioni sottostanti è il primo passo per interrompere questo ciclo e sviluppare una relazione più sana con il cibo.

La Cultura del Cibo e il Business dell’Alimentazione

L’alimentazione è una delle funzioni fondamentali della vita. Fornisce elementi energetici, plastici e regolatori indispensabili alla crescita e allo svolgimento delle funzioni vitali dell’individuo.

La nostra moderna società occidentale ha smesso di avere la necessità faticare per alimentarsi. L’ossessione del cibo l’ha resa nuovamente schiava, delle mode che imperano.

Possiamo dividere il mondo occidentale in due grandi gruppi: gli appassionati del cibo e quelli dell’immagine. I primi usano l’alimentazione come passione del cibo, momento conviviale e di aggregazione paventando la “cultura” del cibo. I secondi sono coloro che hanno il culto dell’immagine e del corpo solo come esteriorità e usano l’alimentazione per ottenere questo.

Uomo sovrappeso che compra integratori e soluzioni per dimagrire

Soluzioni per dimagrire e integratori: il business dell’alimentazione

La pubblicità promuove prodotti artefatti ricchi di sostanze poco salubri che invogliano adulti e bambini ad acquistare.

Siamo esseri dotati di pensiero critico e capaci di fruire di tutti quegli aspetti che rendono la vita degna di essere chiamata tale, e non solo mammiferi. Il gusto è solo uno degli aspetti dell’esistenza umana. Lo sport, la musica, la lettura, la conoscenza di tanti aspetti rappresentano gli altri elementi fondamentali dello stile di vita. Per capire e applicare questo, ci vuole un nuovo modo di pensare e di intendere l’alimentazione.

Abbiamo così creato un alibi che ci autorizza non cambiare condizione fisica, identificandoci in una categoria e passiamo da una dieta all’altra senza ragionare per seguire la moda di questa o quella attrice.

Ci sono tanti giovani che, per emulare le modelle/i hanno sviluppato disturbi dell’alimentazione. Altri nel coltivare il sogno di un corpo perfetto si nutrono in modo squilibrato con danno per l’organismo. Aggiungiamo a questo l’enorme business delle multinazionali dei farmaci e degli integratori alimentari. Vendendoci pillole per ogni cosa non ci responsabilizzano e ci rendono schiavi.

6 modi di combattere la fame nervosa

Combattere la fame nervosa può essere una sfida, ma ci sono diversi approcci che possono aiutare a gestirla e a rompere il circolo vizioso. Ecco alcuni suggerimenti pratici per affrontare la fame nervosa.

  1. Riconoscere le emozioni che scatenano la fame nervosa
    Spesso mangiamo per affrontare emozioni come stress, ansia, tristezza, noia o frustrazione. Il primo passo per combattere la fame nervosa è diventare consapevoli di quando mangiamo per motivi emotivi piuttosto che per reale fame.
  2. Imparare a gestire lo stress senza cibo
    Lo stress è una delle principali cause della fame nervosa. Trovare modi per gestire lo stress senza ricorrere al cibo è fondamentale. Alcune strategie includono la meditazione e gli esercizi di respirazione profonda che aiutano nel rilassamento, l’esercizio fisico e lo yoga che rilasciano endorfine e altre attività ricreative che distolgono la mente dall’argomento “cibo”.
  3. Mangiare in modo consapevole
    Mangiare in modo consapevole significa essere pienamente presenti mentre si mangia, concentrandosi sul gusto, la consistenza e l’aroma del cibo. Mangiare in modo consapevole aiuta a riconoscere quando si è davvero sazi e consente di distinguere tra fame fisica ed emotiva.
  4. Sostituire i cibi “comfort” con opzioni più salutari
    Molti cibi consumati durante la fame nervosa sono spesso ricchi di zuccheri e grassi, che danno una gratificazione immediata, ma che non risolvono il problema alla radice. Si può provare a sostituire il cosiddetto comfort food con snack a base di frutta, yogurt naturale, verdure, thè o infusi rilassanti come tisane alle erbe e camomilla.
  5. Fare pasti regolari e bilanciati
    Una dieta equilibrata con pasti regolari aiuta a mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue e a prevenire la fame eccessiva, che può scatenare la fame nervosa. Assicurarsi che i pasti contengano una buona combinazione di proteine, carboidrati complessi e grassi sani è l’altra indicazione importante per mantenersi sazi più a lungo.
  6. Trovare modi alternativi per affrontare la tristezza o altre emozioni
    Se ci si accorge che si mangia per affrontare emozioni come la tristezza o la solitudine, è importante trovare altre modalità per esprimere o affrontare questi sentimenti. Ad esempio parlare con una persona di fiducia potrebbe essere il primo passo per condividere il carico emotivo o ancora svolgere attività sociali per esercitare le proprie passioni in compagnia di altri individui.

I farmaci per bloccare la fame nervosa aiutano davvero?

I farmaci per bloccare o gestire la fame nervosa possono essere utili in alcuni casi, ma non sono una soluzione definitiva e dovrebbero essere utilizzati con cautela, sotto la supervisione di un medico. La fame nervosa è spesso legata a fattori emotivi e psicologici, quindi il trattamento ideale dovrebbe essere completo, affrontando non solo il sintomo ma anche le cause sottostanti come lo stress, l’ansia e la depressione.

I farmaci antidepressivi e gli ansiolitici vengono talvolta prescritti per trattare i disturbi d’ansia e depressione che possono contribuire alla fame nervosa. Questi farmaci possono aiutare a ridurre i sintomi emotivi, come ansia, tristezza e stress, che spesso scatenano il desiderio di mangiare per cercare conforto. Purtroppo gli effetti collaterali variano e potrebbero includere cambiamenti dell’appetito, disturbi del sonno o problemi gastrointestinali.

In alcuni casi i medici prescrivono farmaci per aiutare a controllare l’appetito in persone che soffrono di eccesso di peso e fame nervosa. Questi farmaci possono ridurre la sensazione di fame, ma sono generalmente usati in combinazione con cambiamenti nello stile di vita, come una dieta equilibrata e l’esercizio fisico. Anche in questo caso, gli effetti collaterali possono essere significativi e questi farmaci non affrontano le cause emotive della fame nervosa.

I farmaci per bloccare la fame nervosa possono essere utili quando quest’ultima è causata da disturbi emotivi gravi, come depressione o ansia, o quando è presente un disturbo da alimentazione incontrollata. Tuttavia, non devono essere considerati come una soluzione definitiva, ma piuttosto come parte di un approccio globale più ampio che include terapia psicologica, consulenza nutrizionale e modifiche dello stile di vita.

Quando cercare aiuto da un professionista

Se la fame nervosa diventa un problema persistente o se non si riesce a gestirla autonomamente, potrebbe essere utile chiedere aiuto a un professionista, come un nutrizionista, uno psicologo o uno specialista del benessere. Lavorare con un esperto aiuterà a esplorare le cause emotive della fame nervosa e del comportamento alimentare in genere, nonché a sviluppare strategie personalizzate per affrontarlo.

Carla Armellini e una paziente durante una consulenza di alimentazione psicosomatica a Padova

Consulenza di alimentazione psicosomatica in corso

Combattere la fame nervosa richiede pazienza e consapevolezza. Imparare a riconoscere quando il desiderio di mangiare è legato a fattori emotivi, piuttosto che a un reale bisogno fisiologico, è il primo passo verso una relazione più sana con il cibo.

Per un aiuto concreto e per un percorso ad personam, offro la sua competenza in materia, mettendo a disposizione la mia esperienza a coloro che affrontano quotidianamente questa problematica senza riuscire però ad ottenere risultati concreti. Le mie consulenze di svolgono in provincia di Padova, nel mio studio di Vigodarzere. Contattami per scoprire come posso aiutarti.

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