Il mio viaggio in terra Santa
Il 2014 è stato un anno importantissimo per me. Grazie alla chiamata mia e di mio marito Mauro da parte di Maria, abbiamo potuto fare un percorso spirituale bellissimo: la consacrazione di entrambi a Lei. Non so nemmeno spiegare quanto questo evento sia stato una sorpresa grande che il cielo mi ha fatto. Alla fine del corso ci si è presentata l’opportunità di fare il viaggio che da sempre ho desiderato: in terra Santa assieme a tanti consacrati come noi e al carissimo padre Dino Battiston padre spirituale e grande regalo del cielo.
Il pellegrinaggio in Terra Santa è il pellegrinaggio per eccellenza, luogo di svolta nella vita e nella fede.
In particolare, il nostro pellegrinaggio è stato preparato con cura e nei minimi dettagli dalle nostre tre guide d’eccezione: Padre Dino, don Aldo ed Emanuela, la guida “tecnica”, che hanno saputo farci vivere un tempo di grazia, un pellegrinaggio dalla dimensione prettamente “simbolica”.
L’itinerario storico – geografico che abbiamo seguito, infatti, corrisponde a un cammino interiore, ad un’esperienza spirituale profonda, che ci ha portato a scoprire le radici, le sorgenti della nostra fede e della Chiesa.
Abbiamo ripercorso sia la storia (cioè i fatti), sia la geografia (cioè i luoghi) della salvezza, seguendo il percorso compiuto da Abramo, il viaggio del popolo di Israele nel deserto e lo stesso cammino che compì Gesù verso Gerusalemme.
Abbiamo vissuto l’esperienza dei cinque sensi, ossia l’esperienza fisica – corporea del rapporto con Dio: nel deserto lo abbiamo sentito, come non mai, quale fonte d’acqua viva, fresca, zampillante, che dà vita; ne abbiamo avvertito la presenza viva nella bellezza luminosa delTabor, nell’atmosfera mistica delle grotte di Nazareth e di Betlemme, nella calma piatta del Lago di Tiberiade, nel vento caldo che ci accarezzava la pelle sul Monte delle Beatitudini, nel silenzio del Cenacolo, nell’oscurità della cisterna dove Gesù fu tenuto prigioniero, nella penombra del Santo Sepolcro, nei profumi forti ed inebrianti di Gerusalemme e di una terra che, come nessun altra, ti entra dentro e non ti lascia più.
Siamo tornati “rinati”. Nonostante il gruppo fosse, fin dall’inizio, ben affiatato, siamo rientrati sentendoci ancor più Chiesa, ancor più fratelli, desiderosi di creare intorno a noi legami di amicizia, condivisione e fraternità e di portare ovunque la pace.